Diario di quarantena (6)

Da ieri è iniziata la “fase 2”: ci sono meno divieti, molte attività riprendono.

Per me cambia poco: avrei potuto tornare in ufficio anche prima, ma questa settimana consumerò ancora un po’ delle mie ferie arretrate. Comunque non esco se non ce n’è bisogno, al massimo rispolvererò la bicicletta.

La mia prima giornata da orfano l’ho dedicata alla pulizia annuale della mia camera estiva, anche se era festa nazionale: le ultime notti accanto al babbo malato non sono state un gran riposo, e avevo bisogno di cambiare ambiente.

La sepoltura di papà ha avuto luogo martedì scorso, nel cimitero ancora chiuso al pubblico (l’hanno riaperto ieri), ma inondato dai canti di rondini, usignoli, capinere e innumerevoli altri uccelli. Proibiti i funerali, la salma è arrivata direttamente dall’ospedale e Don William l’ha benedetta nel vialetto davanti alla cappella, di fronte ai tre figli, alle due nuore e al nipote più anziano, tutti con regolari guanti e mascherine.

Una volta gestiti gli innumerevoli messaggi di condoglianze e le varie utenze da disdire e da volturare, il resto della settimana l’ho dedicato ancora a pulizie, spostamenti di mobili e anche lavoretti da elettricista. Con la collaborazione di Francesco, l’uomo dei trapani (non mi ha mai restituito il Black&Decker che gli prestai trent’anni fa), ho trovato il modo di fare arrivare un cavo ethernet nel mio studio all’altra estremità della casa, dove il wi-fi non arrivava. Mi è già servito per partecipare a un paio di lezioni in videoconferenza con il coro. Ho apportato molte altre migliorie a quello studio, ma c’è ancora un po’ di disordine… Forse c’è materiale per un prossimo post.