Jekyll2020-11-02T00:05:03+01:00http://fotocaos.it/fotocaosIl blog di Guido Carlo PiazziGuido PiazziCi risiamo2020-11-01T23:00:00+01:002020-11-01T23:00:00+01:00http://fotocaos.it/2020/11/ci-risiamo<p>Chi mi segue su Instagram o su Facebook avrà già visto queste immagini:
sono quelle del concerto di Giostremia (accento sulla i),
ensemble musicale femminile della Repubblica di San Marino,
domenica scorsa a Cerro Maggiore.</p>
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<p>Un organico così originale ha chiaramente catturato il mio interesse,
anche se il repertorio era alquanto distante dai miei gusti soliti:
le loro specialità sono Édith Piaf e Amália Rodrigues,
di cui non conosco una beata cippa,
cosicché sono riuscito a riconoscere solo quattro pezzi di contorno:
“Vecchio Frac”, “Meraviglioso”, “Malafemmena” e “Romagna Mia”.</p>
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<p>È stato un bel fine settimana, dal punto di vista musicale:
il giorno prima ero andato al Garbagnate Open Jazz Festival
ad ascoltare <a href="https://caterinacomeglio.com/">Caterina Comeglio</a>
in un breve concerto all’aperto, fatto di pomeriggio
approfittando dell’ultimo giorno di ora legale.</p>
<p>Perché ho scritto “ci risiamo”?</p>
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<p>Be’, questo concerto faceva parte della rassegna
<a href="http://www.donneincanto.org/">“Donne in canto”</a>
ed era in programma nella data, simbolica, dell’otto marzo,
proprio quando poi invece è scattato il lockdown
(ma già in febbraio c’erano abbastanza restrizioni
da dover sospendere la rassegna).
Stavolta il concerto s’è fatto,
ma sapevamo tutti che sarebbe stato l’ultimo della stagione:
da lunedì è stata decretata la chiusura di cinema,
teatri e sale da concerto,
oltre alla chiusura serale di bar e ristoranti
e tante altre belle restrizioni come la chiusura
di palestre e piscine.</p>
<p>Nel mese di ottobre il coronavirus ha ricominciato a diffondersi
in maniera galoppante:
in Italia siamo arrivati ad avere ogni giorno
trentamila nuovi casi e centinaia di morti.
Per domani sono attese misure di contenimento
ancora più drastiche,
ma già da quelle di una settimana fa si capisce
che il Governo non sa più che pesci pigliare:
per esempio, teatri a luoghi di culto hanno
problematiche affini, e le hanno affrontate
applicando protocolli di sicurezza rigorosi,
non sembra che abbiano un ruolo significativo
nella diffusione del virus…
eppure si chiudono i teatri, attività “non essenziali”,
anche se richiamano un pubblico enormemente più ristretto
di quello dei luoghi di culto, e fanno anche la
registrazione dei partecipanti.</p>
<p>E intanto la curva sale.</p>Guido PiazziChi mi segue su Instagram o su Facebook avrà già visto queste immagini: sono quelle del concerto di Giostremia (accento sulla i), ensemble musicale femminile della Repubblica di San Marino, domenica scorsa a Cerro Maggiore.Diario di quarantena (8)2020-07-30T16:00:00+02:002020-07-30T16:00:00+02:00http://fotocaos.it/2020/07/quarantena-8<p>“Per l’ingresso è obbligatorio indossare la mascherina”
recita il cartello all’entrata dello stabilimento balneare.
La spiaggia è piena di bambini che giocano,
genitori che prendono il sole,
e di tutta la varia umanità che ci si aspetta di trovare,
in luglio, su una spiaggia dell’Adriatico.
Sulla riva, un vecchio in bermuda si bagna i piedi,
la mascherina bianca abbassata sul mento,
forse per non fare appannare gli occhiali.
Mi guardo intorno: è lui l’unico a portarla.</p>
<p>Dicono che gli ombrelloni sono distanziati:
lo erano altrettanto sulle spiagge che frequentavo
quando al mare ci andavo con mamma e papà,
ma forse qui, fino all’anno scorso,
li mettevano uno sopra l’altro.</p>
<p>Mi sto ancora domandando che cacchio ci faccio io in un posto così,
quando una buona nuotata mi rimette in pace con il Cosmo,
e prima di asciugarmi e tornare a morir dal caldo,
mi scatto una foto alla cieca con la camera frontale
dello smartphone, perché prima o poi avrò bisogno
di ricordarmi che per fortuna esiste l’estate.</p>
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<p>Qualche mese fa ho iniziato a raccontare come stavo vivendo
quegli strani giorni, quel tempo sospeso in cui tutti quanti
ci chiudevamo in casa per paura di una malattia sconosciuta.
“Andrà tutto bene” dicevano gli arcobaleni disegnati sui muri.
Invece ho dovuto parlare della morte di mio padre
e dell’odissea di una famiglia intera di “casi occulti”:
ora possiamo considerarci “ufficialmente” guariti,
ma non siamo mai stati dichiarati contagiati.
Ufficialmente, no.</p>
<p>Era l’11 giugno quando all’ospedale di Legnano
ho potuto finalmente farmi frugare il naso
con quel tampone che poi è risultato negativo.
Il 18 sono tornato a timbrare il cartellino,
con tre mesi di lavoro arretrato da gestire.
Il 29 abbiamo rivisto (e liquidato) la badante di papà,
ancora molto indebolita dalla malattia.
Nelle settimane successive i test sono diventati più accessibili,
così anche un’altra persona che ci frequentava prima del lockdown
ed un altro dei dei miei colleghi del lavoro
hanno potuto ottenerli, con il consueto risultato:
sierologico positivo, tampone negativo.</p>
<p>Ora nelle mie giornate in spiaggia,
sembra che tutto sia tornato come prima,
anzi ho già vissuto altre situazioni in cui ci si comportava
esattamente come se il coronavirus non esistesse.
Magari dopo aver firmato una dichiarazione di assunzione di responsabilità.
Ma sono situazioni sicure, all’aria aperta,
in una stagione generosa di caldo e di raggi ultravioletti.
In stazione, sul Frecciarossa, al supermercato,
negli uffici, dal parrucchiere o dal dentista
è ancora il regno delle mascherine, dei guanti,
delle lastre di plexiglas e dei posti alterni.</p>
<p>Mi mancano molto gli spettacoli musicali che riempivano la mia estate,
ma piano piano anche quelli stanno riprendendo,
all’aperto, con i posti contati e il pubblico con la mascherina,
come già facciamo la domenica in chiesa.
I gruppi che seguo sui social annunciano sempre più spesso nuovi eventi,
ma sempre lontano, a volte oltre confine in Canton Ticino.
Nel nostro Paese l’epidemia è sotto controllo:
le cifre dei ricoverati in terapia intensiva e dei decessi giornalieri
somigliano alla tabella delle temperature
in un bollettino meteorologico invernale.
Speriamo che ora tutto vada davvero bene.
Per quanto mi riguarda,
questa è l’ultima puntata di questa serie di post.</p>Guido Piazzi“Per l’ingresso è obbligatorio indossare la mascherina” recita il cartello all’entrata dello stabilimento balneare. La spiaggia è piena di bambini che giocano, genitori che prendono il sole, e di tutta la varia umanità che ci si aspetta di trovare, in luglio, su una spiaggia dell’Adriatico. Sulla riva, un vecchio in bermuda si bagna i piedi, la mascherina bianca abbassata sul mento, forse per non fare appannare gli occhiali. Mi guardo intorno: è lui l’unico a portarla.In memoria di Joe Cocker, con una spolverata di Zucchero2020-06-20T19:30:00+02:002020-06-20T19:30:00+02:00http://fotocaos.it/2020/06/in-memoria-di-joe-cocker<p>La scorsa settimana ho avuto il piacere di pubblicare
il nuovo video di un coro Gospel di cui faccio parte,
un lavoro di cui siamo tutti molto soddisfatti
e che è già stato visto 670 volte su YouTube
e qualcosa come 400 su Facebook.
È una cover di “With a Little Help from my Friends”,
nella versione di Joe Cocker, intercalata con
una canzone affine per ritmo e tonalità:
“Come il Sole all’improvviso” di Zucchero.
Tutto regolarmente realizzato a distanza,
ognuno a casa propia.</p>
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<p><br /></p>
<p>È stato per me anche un bel modo di mantenermi attivo
durante le settimane di quarantena straordinaria
che ho dovuto trascorrere in attesa
degli accertamenti sanitari: in questo video,
oltre a cantare come corista,
e per quattro battute anche come solista,
e a suonare per finta il basso e l’organo
(ma le parti le avevo studiate davvero!),
ho curato la produzione della parte audio,
mentre il montaggio video è stato fatto da Stefano Dondi,
un videomaker di talento
che si è preso a cuore questo progetto come se fosse stato suo,
mentre Monica Dellavedova coordinava l’intera produzione.</p>
<p>In molti ci hanno chiesto come abbiamo fatto…
non posso descrivere i dettagli del lavoro di Stefano
(so che ha usato Adobe Premiere su piattaforma Apple,
mentre io per l’audio utilizzavo Harrison Mixbus su Linux)
ma cercherò di raccontare il resto.</p>
<p>Monica ha concepito questa idea già all’inizio
del nostro “anno accademico”,
all’indomani del cinquantesimo anniversario di Woodstock,
ma allora c’erano concerti da preparare
e molti nuovi elementi da formare.
Non si parlava ancora di fare un video,
era solo una nuova idea per arricchire il repertorio.
Ma poi è arrivato il coronavirus e il lockdown:
ci siamo riuniti a cantare l’ultima volta il 19 febbraio,
poi abbiamo dovuto accontentarci degli incontri in videoconferenza.
Monica ha iniziato a insegnarci “With a Little Help”
il 25 febbraio nella prima videolezione,
quindi questo è stato il primo pezzo
che abbiamo dovuto studiare in completo isolamento…
e speriamo che sia anche l’ultimo!</p>
<p>Il progetto del video è partito alla fine di aprile,
all’indomani della sepoltura di mio padre,
cosicché anch’io ormai avevo tempo di occuparmene,
anche so ho invitato Monica ad affidare
a qualcun altro la parte video (e ho fatto bene).</p>
<p>Va spiegato innanzitutto che
non abbiamo suonato noi le parti strumentali:
abbiamo acquistato delle basi commerciali da karaoke,
ed il mio primo compito è stato quello di “cucirle” insieme
in una maniera musicalmente accettabile
secondo l’idea di Monica.</p>
<p>La base è stata condivisa con i coristi il 6 maggio,
preceduta da un video-briefing in cui Monica spiegava
come incidere ciascuno la propria parte,
usando un normale smartphone
ed ascoltando la base in cuffia.</p>
<p>Una volta arrivati i primi filmati dei coristi
(Monica li riceveva, li controllava
ed eventualmente li faceva rifare),
Stefano ed io abbiamo iniziato a metterli insieme,
lui inserendo le immagini nella griglia,
io estraendo l’audio e inserendolo nel mix.
Questa fase era particolarmente critica,
perché le voci andavano tutte riallineate in modo da andare
perfettamente a tempo sia con la base che fra di loro:
per fare questo disponevo anche di ausili grafici,
ma il giudice finale rimaneva l’orecchio!</p>
<p>Con le voci soliste invece c’è stata qualche giravolta.
Non certo per la parte di Marco Bina,
che era sicuramente l’elemento giusto
per interpretare Joe Cocker,
ma piuttosto per la canzone di Zucchero.
L’idea iniziale era di selezionare cinque o sei solisti,
fra chi se la sentiva di cimentarsi in questo ruolo,
per cantare le strofe a turno,
e affidare i ritornelli al coro,
con la sezione tenori a sostenere la melodia.</p>
<p>Le cose sono andate diversamente: prima di tutto,
a questo concorso interno per i cinque solisti
abbiamo partecipato in quattordici,
ma nessuno con risultati tanto straordinari
che avesse senso scartare gli altri…
C’era chi si registrava per la prima volta
e chi, pur avendo esperienza di palco,
da solo in casa davanti al microfono
non riusciva a trovare lo stesso slancio.
Inoltre, siccome non tutti i coristi sono riusciti
a partecipare al progetto,
i tenori, che dovevano essere quattro,
sono rimasti in due.
Alla fine, i due tenori superstiti,
che avevano registrato la propria parte come coristi,
sono stati promossi a solisti,
e approfittando del fatto che alcuni degli aspiranti solisti
avevano registrato anche i ritornelli,
“Come il Sole” è stata cantata da una staffetta di sedici voci.
Anche se non tutti hanno avuto questa “esposizione”,
è stato un bel modo di mettere in evidenza
la varietà di voci e di personalità
che rende tanto bello stare in un coro.</p>
<p>Dopo le immagini di Francesco al sintetizzatore
e delle mie mani sul basso e sull’organo,
l’ultima parte ad esssere filmata
è stata quella di Monica che dirige il coro…
ovviamente per finta, dato che tutte le parti
erano già state registrate!
Questo è probabilmente il nostro primo video
in cui lei non canta.</p>
<p>A cose fatte, siamo tutti entusiasti di quello che abbiamo fatto.
Non solo per la qualità del risultato finale,
ma anche per il valore formativo di questa esperienza,
che è stata più impegnativa di quanto pensassimo.
Registrarsi, filmarsi,
per tutti noi era un’esperienza nuova,
e i risultati all’inizio erano deludenti:
c’è che si è filmato dieci volte
prima di ottenere un risultato decente,
magari con l’aiuto dei familiari
che loro malgrado gli tenevano alto il morale!
Tutto questo, in un momento storico diverso
da quello che stiamo vivendo a causa della pandemia,
forse non sarebbe mai successo.</p>Guido PiazziLa scorsa settimana ho avuto il piacere di pubblicare il nuovo video di un coro Gospel di cui faccio parte, un lavoro di cui siamo tutti molto soddisfatti e che è già stato visto 670 volte su YouTube e qualcosa come 400 su Facebook. È una cover di “With a Little Help from my Friends”, nella versione di Joe Cocker, intercalata con una canzone affine per ritmo e tonalità: “Come il Sole all’improvviso” di Zucchero. Tutto regolarmente realizzato a distanza, ognuno a casa propia.Diario di quarantena (7)2020-06-07T17:47:00+02:002020-06-07T17:47:00+02:00http://fotocaos.it/2020/06/quarantena-7<p>È da più di un mese che non aggiorno il blog.
Ormai siamo alla “fase tre”:
da qualche giorno è consentito spostarsi
anche da una regione all’altra.
Ma non si può certo dire che siamo tornati alla normalità:
le misure di sicurezza rendono tutto più difficile,
a volte impossibile.
Le riunioni del coro Gospel le facciamo ancora online.
Il <a href="https://www.tommyemaddysposi.com/">matrimonio di Tommaso</a>
e il <a href="http://www.ver1musica.it/">festival prog di Veruno</a>
sono solo due dei grandi eventi che aspettavo
e che sono stati rinviati al 2021
sperando che nel giro di un anno
la pandemia diventi una cosa del passato.</p>
<p>Ma a casa mia la quarantena non è ancora finita!
In quella settimana di feriette che mi ero preso un mese fa,
Francesco, i suoi familiari ed io
ci siamo sottoposti a TAC al torace,
l’unico esame attinente al COVID che si potesse ottenere con facilità.
Da allora siamo tutti chiusi in casa, sorvegliati dalla Polizia Locale
e riforniti di viveri tramite consegne a domicilio,
per osservare un periodo di quarantena in attesa dei test sierologici.
A Francesco è stata anche prescritta una terapia a base di idroclorochina,
subito prima che venisse bandita dall’OMS.
Ora i test sierologici li abbiamo fatti
e sono risultati tutti ampiamente positivi;
Francesco ha già fatto il tampone con esito negativo,
gli altri attendono l’esito,
solo io ho dovuto attendere qualche giorno di più per il sierologico
ed ora attendo ancora di essere chiamato per il tampone.
Ma il risultato è già chiaro:
tutti colpiti dal COVID, tutti guariti.
Tranne papà.</p>
<p>Nel frattempo ho iniziato a fare un po’ di telelavoro,
come del resto dovrò continuare a fare anche quando
sarò di nuovo libero di muovermi,
perché dove lavoro io, ora bisogna chiedere il permesso
al capo per poter andare in ufficio…
il mondo alla rovescia!</p>Guido PiazziÈ da più di un mese che non aggiorno il blog. Ormai siamo alla “fase tre”: da qualche giorno è consentito spostarsi anche da una regione all’altra. Ma non si può certo dire che siamo tornati alla normalità: le misure di sicurezza rendono tutto più difficile, a volte impossibile. Le riunioni del coro Gospel le facciamo ancora online. Il matrimonio di Tommaso e il festival prog di Veruno sono solo due dei grandi eventi che aspettavo e che sono stati rinviati al 2021 sperando che nel giro di un anno la pandemia diventi una cosa del passato.Diario di quarantena (6)2020-05-05T21:56:00+02:002020-05-05T21:56:00+02:00http://fotocaos.it/2020/05/quarantena-6<p>Da ieri è iniziata la “fase 2”:
ci sono meno divieti, molte attività riprendono.</p>
<p>Per me cambia poco:
avrei potuto tornare in ufficio anche prima,
ma questa settimana consumerò ancora un po’ delle mie ferie arretrate.
Comunque non esco se non ce n’è bisogno,
al massimo rispolvererò la bicicletta.</p>
<p>La mia prima giornata da orfano
l’ho dedicata alla pulizia annuale della mia camera estiva,
anche se era festa nazionale:
le ultime notti accanto al babbo malato
non sono state un gran riposo,
e avevo bisogno di cambiare ambiente.</p>
<p>La sepoltura di papà ha avuto luogo martedì scorso,
nel cimitero ancora chiuso al pubblico (l’hanno riaperto ieri),
ma inondato dai canti di rondini, usignoli, capinere
e innumerevoli altri uccelli.
Proibiti i funerali,
la salma è arrivata direttamente dall’ospedale
e Don William l’ha benedetta nel vialetto
davanti alla cappella,
di fronte ai tre figli, alle due nuore
e al nipote più anziano,
tutti con regolari guanti e mascherine.</p>
<p>Una volta gestiti gli innumerevoli messaggi di condoglianze
e le varie utenze da disdire e da volturare,
il resto della settimana l’ho dedicato ancora a pulizie,
spostamenti di mobili e anche lavoretti da elettricista.
Con la collaborazione di Francesco, l’uomo dei trapani
(non mi ha mai restituito il Black&Decker che gli prestai trent’anni fa),
ho trovato il modo di fare arrivare un cavo ethernet
nel mio studio all’altra estremità della casa,
dove il wi-fi non arrivava.
Mi è già servito per partecipare a un paio di lezioni
in videoconferenza con il coro.
Ho apportato molte altre migliorie a quello studio,
ma c’è ancora un po’ di disordine…
Forse c’è materiale per un prossimo post.</p>Guido PiazziDa ieri è iniziata la “fase 2”: ci sono meno divieti, molte attività riprendono.Diario di quarantena (5)2020-04-26T13:00:00+02:002020-04-26T13:00:00+02:00http://fotocaos.it/2020/04/quarantena-5<p>La morte di papà è giunta all’improvviso,
mentre lo mettevo a sedere al suo tavolino,
con l’aiuto del nipote Tommaso,
per dargli da mangiare.</p>
<p>Improvvisa ma non imprevista.
Non per me, ma sicuramente nemmeno per lui.
Quella mattina avrei preferito servirgli un caffelatte,
anziché guardarlo dormire e scrivere un post,
ma non sarebbe stato in grado di berlo a letto,
ed era meglio risparmiargli lo sforzo.
Non ho voluto mettere per iscritto la preoccupazione che avevo
per il nuovo, inesorabile peggioramento delle sue condizioni fisiche.
Anche ora non racconterò come è successo,
non è questa la sede adatta.
Desidero solo ringraziare pubbicamente
i soccorritori della Croce Rossa Italiana,
che ce la mettono sempre tutta;
gli angeli esistono.</p>
<p>Io lo so: mio padre è morto per il covid-19,
ma nessuno gli ha fatto un test.
Per l’ospedale sarà stato un arresto cardiaco come tanti altri.
Fra i 420 che sono morti di covid-19 l’altro ieri in Italia,
lui non è stato contato.
E come lui, probabilmente, centinaia di altri.</p>Guido PiazziLa morte di papà è giunta all’improvviso, mentre lo mettevo a sedere al suo tavolino, con l’aiuto del nipote Tommaso, per dargli da mangiare.Diario di quarantena (4)2020-04-24T12:32:00+02:002020-04-24T12:32:00+02:00http://fotocaos.it/2020/04/quarantena-4<p>È da un po’ di tempo che non scrivo.
Le novità sono poche, e neppure belle.</p>
<p>Poco dopo aver pubblicato l’ultimo post,
ho avuto le prime notizie della badante di papà:
era in terapia intensiva, e per un po’ era stata intubata.
Ora ha superato la fase di maggior pericolo,
ma non è ancora stata dimessa
e ne avrà ancora per un mesetto.
Avendo avuto a che fare con lei,
ho ottenuto due settimane di quarantena,
e così anche questo mese io in ufficio non ci vado…</p>
<p>Papà non è ancora guarito.
Ha sempre un po’ di febbre,
dorme quasi sempre, ultimamente è diventato
meno difficile dargli da mangiare.
Il medico che lo segue lo visita spesso
e dice di notare qualche miglioramento,
ma ormai non sa più che pesci pigliare.
Servirebbero degli esami ematici,
ma è difficile anche trovare chi venga
a fare i prelievi.</p>
<p>Durante i lunghi sonnellini pomeridiani del paziente,
mi sono messo a digitalizzare i negativi del mio
archivio fotografico.
Non posso usare il mio film scanner della Nikon
perché l’ho prestato ad un amico,
e non posso farmelo restituire ora,
ma prima del lockdown ho avuto in prestito da altri amici
uno scanner piano Canon che fa anche le pellicole,
e lo sto usando per il materiale in formato 6x6 e 6x9.
È tutto materiale molto vecchio e piuttosto scadente,
ma stanno venendo fuori delle cose interessanti
di cui parlerò sicuramente in qualche prossimo post.</p>Guido PiazziÈ da un po’ di tempo che non scrivo. Le novità sono poche, e neppure belle.Diario di quarantena (3)2020-04-01T12:00:00+02:002020-04-01T12:00:00+02:00http://fotocaos.it/2020/04/quarantena-3<p>Oggi compio 21 anni di anzianità di servizio…
ma è ormai da 21 giorni (tre settimane)
che non vado in ufficio!
I permessi straordinari che il Governo ha concesso
ai familiari dei disabili si sono rivelati provvidenziali.</p>
<p>Papà è quasi guarito,
ma tre settimane di malattia lo hanno ridotto ad uno straccio.
Dorme tantissimo, e quando non dorme, proprio sveglio non è.
Una volta che mi ha chiamato e gli ho risposto «Sono qui»
mi ha detto «Tu sei qui, io no».
Per fortuna gli altri familiari (non conviventi ma quasi)
sono ormai guariti,
mentre ancora non sappiamo nulla della badante.</p>
<p>Continuo ad uscire di casa ogni tanto per fare acquisti in farmacia
o provviste urgenti.
Ieri ho portato con me anche la macchina fotografica,
e siccome per trovare certi prodotti sono dovuto andare fino alla Zancona,
lungo il percorso mi sono fermato qui e là a fotografare le strade di Nerviano,
quelle che di solito sono le più trafficate,
in questo strano periodo di “lockdown”.
È una situazione che ricorda un po’ le “domeniche senz’auto”
di tanti anni fa, ma a quei tempi le strade del paese, senza traffico,
si riempivano di gente che riconquistava gli spazi e si divertiva
senza bisogno di andarsene chissà dove.
Oggi invece la gente sta chiusa in casa e rimane il deserto.</p>
<figure class="">
<img src="/assets/images/IMG_5300.jpg" alt="" />
<figcaption>Via della Croce (si intravedono persone in attesa di fronte ad una macelleria)</figcaption>
</figure>
<figure class="">
<img src="/assets/images/IMG_5301.jpg" alt="" />
<figcaption>Il semaforo della Zancona sulla Strada Statale del Sempione</figcaption>
</figure>
<figure class="">
<img src="/assets/images/IMG_5304.jpg" alt="" />
<figcaption>Viale Villoresi</figcaption>
</figure>
<figure class="">
<img src="/assets/images/IMG_5302.jpg" alt="" />
<figcaption>Via Milano (Strada Statale Sempione)</figcaption>
</figure>
<p>Foto scattate con Canon EOS M5 con l’obiettivo compatto EF-M 22mm f/2 e trattate con Darktable.</p>Guido PiazziOggi compio 21 anni di anzianità di servizio… ma è ormai da 21 giorni (tre settimane) che non vado in ufficio! I permessi straordinari che il Governo ha concesso ai familiari dei disabili si sono rivelati provvidenziali.Diario di quarantena (2)2020-03-28T19:00:00+01:002020-03-28T19:00:00+01:00http://fotocaos.it/2020/03/quarantena-2<p>Sono uscito anche martedì.</p>
<p>Mi servivano due cosucce in farmacia.
Da Marzagalli servono due clienti alla volta,
in pratica si entra uno alla volta quando qualcuno esce.
Quando sono arrivato, ero il terzo in coda sotto i portici,
poi siamo diventati cinque o sei,
regolarmente distanziati di due metri, anche tre.
Al banco ci si guarda attraverso delle lastre di cristallo,
stile biglietteria ma un po’ posticce.</p>
<p>Sono passato anche al bancomat,
lì non c’era nessuno.
In giro per strada,
oltre ai clienti della farmacia
e tre conduttori di cani
(incluso un nostro vicino), poche persone.
Mi sono permesso di tornare facendo il giro dell’isolato,
schivando le poche macchine che passavano in Via Cogliati
a causa della mancanza di un marciapiede decente.
La posta è chiusa, in piazza del mercato i cartelli
avvisano che il mercato del sabato è soppresso.</p>
<p>Sono uscito anche ieri: fruttivendolo
(negozio vuoto, ma prima di entrarci ho atteso
la fine di un ordine telefonico),
poi ancora in farmacia per l’antibiotico di papà.
Stavolta servivano un cliente per volta,
ed ero il quinto in coda.
Per le strade, un deserto irreale ma ormai consueto.</p>
<p>Ormai è da due settimane che faccio da badante al babbo
H24, senza nemmeno il riposo settimanale.
La badante vera è ricoverata in ospedale da giovedì 19,
ma l’abbiamo saputo solo domenica e siamo ancora in attesa di notizie.
Papà non è ancora guarito dalle sue febbri,
questa settimana è stato particolarmente difficile da gestire,
spesso incapace di reggersi in piedi,
ha bisogno di essere aiutato (e spesso forzato) in ogni piccola cosa,
anche per mangiare e bere.
Ieri sera la febbre è scomparsa e lui è riuscito a mangiare
un piatto di zuppa di porri senza nessun aiuto,
ma la tregua è durata poco…</p>
<p>Tuttavia il nostro medico di fiducia,
che lo ha visitato parecchie volte, è ancora ottimista,
anche se ora non è più così categorico nell’escludere
che tutto questo dilagare di influenze in famiglia
abbia a che fare con il coronavirus.
Il problema è che i test in questa fase di emergenza
sono disponibili solamente per i casi più gravi,
e così per molto tempo ancora non potremo sapere
se ci siamo conquistati l’immunità a buon mercato
(come tutti quei numerosissimi malati che guariscono
a casa propria e vengono ignorati dalle statistiche),
o se rimaniamo tutti esposti al rischio di un contagio
potenzialmente letale.</p>
<p>War, children, is just a shot away.</p>Guido PiazziSono uscito anche martedì.Diario di quarantena2020-03-17T11:00:00+01:002020-03-17T11:00:00+01:00http://fotocaos.it/2020/03/quarantena<p>Stamattina sono uscito.</p>
<p>Rifornimento di acqua minerale da Bracciani a San Lorenzo, pochi chilometri.
Il cielo è sereno,
sulla pista ciclabile un pedone con “canonico” cane al guinzaglio.
Per strada pochissimo traffico,
solo per entrare con la macchina nel magazzino ho dovuto mettermi in coda,
come a volte capita.
Il commesso porta una mascherina verde, io celeste.
Alla cassa il titolare non si stacca dal telefono:
sta circolando la notizia di una donna di Parabiago
morta per il coronavirus.</p>
<p>L’ultima domenica “normale” è stata il 23 febbraio:
pomeriggio a Milano come uditore/cameraman
al workshop di canto di
<a href="https://www.truevoicetribe.it/">Federica Arimatea</a>.
Dal giorno dopo, scuole chiuse in tutta la Lombardia,
niente concerti o eventi,
sospese tutte le attività associative e culturali,
compresa la Santa Messa e il mio amato coro Gospel.</p>
<p>Fino a quando? Fino al 1 marzo, inizialmente.
Ho potuto ancora andare al lavoro,
fare dei riordini in casa,
andare un paio di volte anche a lezione di canto
(e una volta l’insegnante mi ha anche soffiato addosso…
che rischio!),
ma poi i divieti sono stati prorogati ed estesi a tutta Italia,
ora è vietato uscire di casa se non per quei pochi e ben noti
motivi legittimi.</p>
<p>Una settimana fa, il delirio.
Lunedì ho un po’ di febbre, ma sotto i 37,5° non è da segnalare:
prendo un grammo di paracetamolo e vado al lavoro.
Febbre sotto controllo, ma la sera torna a 37,6°.
Martedì prendo un grammo di paracetamolo,
vado al lavoro e telefono al dottore.
Scatta la procedura di isolamento:
devo tornare a casa e starmene
in un locale separato, e se dopo quattro giorni
la febbre non scompare,
chiamare l’apposito numero verde.
La stanza è subito identificata:
la mia sala da musica.
Non mi sembra vero di poter passare quattro giorni
proprio dove di solito non mi è permesso stare
per più di dieci minuti!
Porto una branda, sgombro la scrivania per porterci mangiare,
faccio un po’ di riordino e ricomincio subito a frequentare
anche Charles-Louis Hanon e Scott Joplin!
Mercoledì ho avuto anche una riunione col coro via Skype.</p>
<figure class="">
<img src="/assets/images/IMG_5278.jpg" alt="" />
<figcaption>Lo studio con la branda provvisoria, il giorno della sua rimozione</figcaption>
</figure>
<p>La febbre è passata subito, ma la tregua è durata poco:
in breve tempo si sono ammalati anche il babbo, la badante,
e il fratello che passava la notte con il babbo al posto mio.
Sabato e domenica mi sono trovato di nuovo a dovermi occupare
del babbo giorno e notte, fortunatamente con la collaborazione
della cognata che ci passava qualcosa da mangiare attraverso
il pianerottolo… meno male che per la settimana entrante
avevo chiesto ferie!</p>
<p>Ieri la badante non è tornata… ma per rimettere a letto
il babbo paralizzato da un febbrone abbiamo dovuto muoverci
in quattro compreso il fratello ancora in isolamento.
Oggi va molto meglio, sarebbe il mio compleanno…
volevamo trovarci insieme la sera a mangiare la torta,
ma nel frattempo è venuta la febbre anche al nipote.</p>
<p>Così è, finora.
Storie di ordinaria influenza
in un Paese paralizzato dalla pandemia.
Non ho citato l’altro fratello
perché è in quarantena per aver frequentato familiari
di persone positive al coronavirus,
per questo mese non uscirà di casa nemmeno lui!</p>Guido PiazziStamattina sono uscito.