Diario di quarantena (7)
È da più di un mese che non aggiorno il blog. Ormai siamo alla “fase tre”: da qualche giorno è consentito spostarsi anche da una regione all’altra. Ma non si può certo dire che siamo tornati alla normalità: le misure di sicurezza rendono tutto più difficile, a volte impossibile. Le riunioni del coro Gospel le facciamo ancora online. Il matrimonio di Tommaso e il festival prog di Veruno sono solo due dei grandi eventi che aspettavo e che sono stati rinviati al 2021 sperando che nel giro di un anno la pandemia diventi una cosa del passato.
Ma a casa mia la quarantena non è ancora finita! In quella settimana di feriette che mi ero preso un mese fa, Francesco, i suoi familiari ed io ci siamo sottoposti a TAC al torace, l’unico esame attinente al COVID che si potesse ottenere con facilità. Da allora siamo tutti chiusi in casa, sorvegliati dalla Polizia Locale e riforniti di viveri tramite consegne a domicilio, per osservare un periodo di quarantena in attesa dei test sierologici. A Francesco è stata anche prescritta una terapia a base di idroclorochina, subito prima che venisse bandita dall’OMS. Ora i test sierologici li abbiamo fatti e sono risultati tutti ampiamente positivi; Francesco ha già fatto il tampone con esito negativo, gli altri attendono l’esito, solo io ho dovuto attendere qualche giorno di più per il sierologico ed ora attendo ancora di essere chiamato per il tampone. Ma il risultato è già chiaro: tutti colpiti dal COVID, tutti guariti. Tranne papà.
Nel frattempo ho iniziato a fare un po’ di telelavoro, come del resto dovrò continuare a fare anche quando sarò di nuovo libero di muovermi, perché dove lavoro io, ora bisogna chiedere il permesso al capo per poter andare in ufficio… il mondo alla rovescia!