In memoria di Joe Cocker, con una spolverata di Zucchero

La scorsa settimana ho avuto il piacere di pubblicare il nuovo video di un coro Gospel di cui faccio parte, un lavoro di cui siamo tutti molto soddisfatti e che è già stato visto 670 volte su YouTube e qualcosa come 400 su Facebook. È una cover di “With a Little Help from my Friends”, nella versione di Joe Cocker, intercalata con una canzone affine per ritmo e tonalità: “Come il Sole all’improvviso” di Zucchero. Tutto regolarmente realizzato a distanza, ognuno a casa propia.


È stato per me anche un bel modo di mantenermi attivo durante le settimane di quarantena straordinaria che ho dovuto trascorrere in attesa degli accertamenti sanitari: in questo video, oltre a cantare come corista, e per quattro battute anche come solista, e a suonare per finta il basso e l’organo (ma le parti le avevo studiate davvero!), ho curato la produzione della parte audio, mentre il montaggio video è stato fatto da Stefano Dondi, un videomaker di talento che si è preso a cuore questo progetto come se fosse stato suo, mentre Monica Dellavedova coordinava l’intera produzione.

In molti ci hanno chiesto come abbiamo fatto… non posso descrivere i dettagli del lavoro di Stefano (so che ha usato Adobe Premiere su piattaforma Apple, mentre io per l’audio utilizzavo Harrison Mixbus su Linux) ma cercherò di raccontare il resto.

Monica ha concepito questa idea già all’inizio del nostro “anno accademico”, all’indomani del cinquantesimo anniversario di Woodstock, ma allora c’erano concerti da preparare e molti nuovi elementi da formare. Non si parlava ancora di fare un video, era solo una nuova idea per arricchire il repertorio. Ma poi è arrivato il coronavirus e il lockdown: ci siamo riuniti a cantare l’ultima volta il 19 febbraio, poi abbiamo dovuto accontentarci degli incontri in videoconferenza. Monica ha iniziato a insegnarci “With a Little Help” il 25 febbraio nella prima videolezione, quindi questo è stato il primo pezzo che abbiamo dovuto studiare in completo isolamento… e speriamo che sia anche l’ultimo!

Il progetto del video è partito alla fine di aprile, all’indomani della sepoltura di mio padre, cosicché anch’io ormai avevo tempo di occuparmene, anche so ho invitato Monica ad affidare a qualcun altro la parte video (e ho fatto bene).

Va spiegato innanzitutto che non abbiamo suonato noi le parti strumentali: abbiamo acquistato delle basi commerciali da karaoke, ed il mio primo compito è stato quello di “cucirle” insieme in una maniera musicalmente accettabile secondo l’idea di Monica.

La base è stata condivisa con i coristi il 6 maggio, preceduta da un video-briefing in cui Monica spiegava come incidere ciascuno la propria parte, usando un normale smartphone ed ascoltando la base in cuffia.

Una volta arrivati i primi filmati dei coristi (Monica li riceveva, li controllava ed eventualmente li faceva rifare), Stefano ed io abbiamo iniziato a metterli insieme, lui inserendo le immagini nella griglia, io estraendo l’audio e inserendolo nel mix. Questa fase era particolarmente critica, perché le voci andavano tutte riallineate in modo da andare perfettamente a tempo sia con la base che fra di loro: per fare questo disponevo anche di ausili grafici, ma il giudice finale rimaneva l’orecchio!

Con le voci soliste invece c’è stata qualche giravolta. Non certo per la parte di Marco Bina, che era sicuramente l’elemento giusto per interpretare Joe Cocker, ma piuttosto per la canzone di Zucchero. L’idea iniziale era di selezionare cinque o sei solisti, fra chi se la sentiva di cimentarsi in questo ruolo, per cantare le strofe a turno, e affidare i ritornelli al coro, con la sezione tenori a sostenere la melodia.

Le cose sono andate diversamente: prima di tutto, a questo concorso interno per i cinque solisti abbiamo partecipato in quattordici, ma nessuno con risultati tanto straordinari che avesse senso scartare gli altri… C’era chi si registrava per la prima volta e chi, pur avendo esperienza di palco, da solo in casa davanti al microfono non riusciva a trovare lo stesso slancio. Inoltre, siccome non tutti i coristi sono riusciti a partecipare al progetto, i tenori, che dovevano essere quattro, sono rimasti in due. Alla fine, i due tenori superstiti, che avevano registrato la propria parte come coristi, sono stati promossi a solisti, e approfittando del fatto che alcuni degli aspiranti solisti avevano registrato anche i ritornelli, “Come il Sole” è stata cantata da una staffetta di sedici voci. Anche se non tutti hanno avuto questa “esposizione”, è stato un bel modo di mettere in evidenza la varietà di voci e di personalità che rende tanto bello stare in un coro.

Dopo le immagini di Francesco al sintetizzatore e delle mie mani sul basso e sull’organo, l’ultima parte ad esssere filmata è stata quella di Monica che dirige il coro… ovviamente per finta, dato che tutte le parti erano già state registrate! Questo è probabilmente il nostro primo video in cui lei non canta.

A cose fatte, siamo tutti entusiasti di quello che abbiamo fatto. Non solo per la qualità del risultato finale, ma anche per il valore formativo di questa esperienza, che è stata più impegnativa di quanto pensassimo. Registrarsi, filmarsi, per tutti noi era un’esperienza nuova, e i risultati all’inizio erano deludenti: c’è che si è filmato dieci volte prima di ottenere un risultato decente, magari con l’aiuto dei familiari che loro malgrado gli tenevano alto il morale! Tutto questo, in un momento storico diverso da quello che stiamo vivendo a causa della pandemia, forse non sarebbe mai successo.

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