Silenzio stampa

È iniziato il mese di agosto. Quasi tutti i conduttori delle trasmissioni che ascolto la mattina prima del lavoro, si godono un po’ di meritato riposo. Già in luglio, il giorno che ho sentito la voce di un astrologo al posto di quella di Elasti, ho cambiato canale con tanto vigore da cancellare la frequenza di Radiodue dalla memoria della radiolina. La ripristinerò a settembre.

Quello che mi dà più fastidio non è la mancanza di approfondimenti o di commenti, seri o meno, alle notizie del giorno, ma piuttosto il degrado dell’informazione di base. Per esempio, in questi giorni si parla del clima, perché è prevista la settimana più calda dell’anno. Viene da chiedersi “Calda quanto?”. Non lo sapremo mai, perché ormai è partito l’ordine di scuderia di non parlare più di gradi centigradi, ma solo di “gradi percepiti”. Sono numeri più grossi, fanno più notizia.

I dati dei termometri e dei modelli previsionali lasciano il posto al pissi pissi bau bau del “minchia che caldo ci saranno 48 gradi”. Progresso!

Meno male che c’è il web.

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